ALLENAMENTI
La sessione di allenamento ha una durata di circa un’ora, la partecipazione alle sessioni di allenamento è di estrema importanza per la costruzione di un gruppo di lavoro affiatato e autonomo, capace di riconoscersi in un quadro di regole comuni. Lo sforzo massimo è, quindi, quello di trasformare l’iniziale aggregato di giocatori in una efficace mescola di diversità: la squadra.
Poche e semplici regole da osservare per supportare il lavoro degli educatori:
- Puntualità: essere presenti e pronti in campo dieci minuti prima dell’inizio della sessione di allenamento;
- Indossare sempre abbigliamento adeguato alle condizioni atmosferiche: nel nostro sport gli elementi essenziali sono il paradenti (ben formato, sempre nella calza con uno di ricambio in borsa); scarpe con tacchetti in plastica; maglia/pantaloni (termici in inverno);
- Avere una bottiglia/borraccia d’acqua: l’idratazione è fondamentale sempre, specie nei periodi caldi ma anche quando non si avverte lo stimolo della sete. Sarà nostra cura far sempre bere i bambini anche quando dicono: “non ho sete!”;
- Norme di condotta per i genitori: osservare i bambini in allenamento da dietro la recinzione o, in mancanza di essa, con adeguata distanza dall’area di gioco. L’autonomia è importante. Evitare forme di incitamento al singolo. In campo l’attenzione dei bambini deve essere rivolta all’educatore in ogni momento, devono sentirsi liberi di esprimersi senza “osservatori”, senza aver paura di essere giudicati, devono sentirsi liberi di poter sbagliare per apprendere al meglio e non viceversa.
FESTE DEL RUGBY
Il momento della partita, nel nostro sport, serve a verificare il lavoro svolto. Non siamo concentrati sulle mere “mete segnate”, no, le componenti che misuriamo sono: la motivazione; la comprensione del gioco; i progressi nel gioco di squadra, nel fare battaglia insieme, nell’attaccare lo spazio libero insieme.
La partita è un momento carico di emotività per i bambini: per un paio d’ore hanno da affrontare forti squadre avversarie, il tifo di genitori, parenti e amici. Questo spesso determina un aumento della “timidezza”, i bambini hanno paura di sbagliare, di poter essere giudicati, spesso vengono “etichettati” come svogliati. Certo la motivazione è la vera benzina che alimenta il buon gioco e il gruppo, ma non è una qualità spesso innata, bensì, cresce piano piano in un ambiente positivo che sa dare spazio all’individualità di ogni singolo, evidenziando il buon lavoro in ogni faticoso movimento e mai denigrando.
Per questo, alcune regole rivolte a genitori e giocatori:
- Arrivare al campo di gioco all’orario stabilito, possibilmente già cambiati;
- Riporre tutti gli indumenti “non da rugby” all’interno della borsa da gioco una volta cambiati, questo per ottimizzare gli spazi (spesso condividiamo gli spogliatoi con altre squadre);
- I genitori dovranno essere collaborativi con i propri figli, facendo ingresso negli spogliatoi soltanto se richiesto dagli educatori e compatibilmente con i protocolli sanitari. Responsabilizziamo i bambini nel prendersi cura dei propri oggetti, questo implica avere la pazienza di correggere i loro errori, mostrando in continuazione il modo migliore di farlo, senza però sostituirsi a loro. I bambini imparano provando senza sosta, collezionando disattenzioni e riprovando per fare meglio. Questo processo, come per le abilità motorie, ha bisogno di moltissimo tempo per essere metabolizzato, attraverso la crescita. Se ci sostituiamo in continuazione a loro anche per allacciarsi le scarpe, mineremo la loro fiducia e costruzione di una adeguata indipendenza per la loro età. Quando richiesto, deleghiamo l’assistenza dei nostri ragazzi agli educatori. Un educatore di esperienza, infatti, sa suggerire di lasciare lo spogliatoio per prendersene cura in prima persona.
- Durante la partita: un meraviglioso tifo, incitare la squadra: “forza ! bravi!”, ecc. ecco. Invece, cosa evitare:
- Sostituirsi all’arbitro, all’educatore: Chiamare il nome di un bambino, dire di fare “questo o quello” genera solo confusione e timore di sbagliare, oltre ad avere l’effetto spesso di bloccare un gesto naturale distraendo dal gioco vivo;
- se la struttura che ci ospita permette l’ingresso al campo, rimanere almeno a dieci metri dalle righe del campo (14 bei passi);
- linguaggio inappropriato, esprimere giudizi ad alta voce ecc.
- Dopo la partita: i bambini saranno accompagnati in spogliatoio, le scarpe tolte prima dell’ingresso in spogliatoio dagli educatori e, poi, dallo spogliatoio, gli stessi educatori accompagneranno i bambini al terzo tempo;
Terzo Tempo
Dopo le partite i giocatori pranzano o fanno merenda sotto una struttura dedicata nel campo da gioco. In questa struttura solamente i giocatori e gli educatori, oltre ad eventuali accompagnatori designati, possono avere accesso. I genitori attenderanno i bambini all’esterno.
NOTA: il terzo tempo è un altro fondamentale momento di costruzione del gruppo della squadra, per questo tutti mangiamo e beviamo quello che ci viene preparato e offerto. Questo è un altro momento di fondamentale costruzione dell’uguaglianza di ogni singolo all’interno del gruppo. Non è quindi corretto acquistare panini, patatine ecc. da consumare durante il terzo tempo.
Grazie a tutti per la collaborazione!